Moana!

Correva l’anno 1996 quando uno sparuto manipolo di sbarbatelli decise di dare forma e spirito, in un torneo semi serio, ai canonici quattro calci ad una palla nel campetto dell’oratorio. L’età media 15 anni, tanti fronzoli per la testa e poca voglia di passare la domenica pomeriggio chiusi tra quattro mura.

Ma come fare? Le cose più importanti da definire furono due: la formula di gioco e il nome con cui chiamarlo. Per il primo problema la soluzione fu dettata dalle dimensioni del campo a disposizione. Più di 6 persone lì sopra non potevano giocare, quindi si optò per giocare in un poco ortodosso 3+3, formula più vicina al basket americano che al soccer nostrano.

Il secondo problema si rivelò tuttavia più arduo. Le proposte furono molte, da più quelle serie a quello meno serie, alle più improbabili. Ad un certo punto quando la soluzione si faceva sempre più lontana, un lampo squarciò le nubi: “Faremo un memorial….”. Grande agitazione e fermento tra i presenti, benché molti nemmeno sapessero cosa fosse un memorial.
Ma a chi dedicarlo? Furono passate in rassegna le più svariate soluzioni: politici locali, vecchie glorie del calcio della montagna, parenti illustri…. Fino a che, all’ennesima proposta rifiutata in malo modo, una voce si alzò all’improvviso e tuonò: “E allora chiamiamolo Memorial Moana Pozzi!”. Al silenzio dei primi secondi seguirono grida di giubilo e manifestazioni di assenso, anche se con molta probabilità molti non erano a conoscenza delle generalità della signorina in questione. Un po’ imbarazzati, un po’ gasati dal ruolo di iniziatori alla “nobile arte” della pornografia, i più vecchi cominciarono ad istruire i giovincelli sulle sublimi doti e sulla fiorente carriera della bionda piemontese più amata dagli italiani. Nella mezz’ora successiva, si parlò di penetrazioni offensive, profondità della manovra e palle da mettere dentro con un’enfasi ed un entusiasmo mai riscontrati in passato.

E così da 12 anni a questa parte tra castagne e vin brulè, sul campo davanti all’oratorio si sfidano i vari “amici del taglio o del maiale”, “i bagnaimi”, gli “a.s. tronzi”, “i liverpolli”, per vincere il sempre più ambito memorial “M. Pozzi”, scritto proprio così sui manifesti pubblicitari in giro per il paese, perché se mai Don Lorenzo, “titolare” del campo di gioco venisse a conoscenza del nome di colei la cui virtù ogni anno viene messa in palio, le scomuniche a Moggio fioccherebbero più dei goal che ogni domenica accompagnano il ricordo della nostra amata Moana.

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